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Anni 80

Nel  1981, ottenuti i permessi e l’appoggio logistico del Dipartimento di Sanità di New York, raccoglie un’ampia documentazione sull’espulsione dei rifiuti dalla citta fino agli inceneritori e alle discariche di Brooklin e di Staten Island.

Da  questa esperienza prosegue a fotografare discariche delle grandi citta, nonché particolari di superfici di materiali rifiutati.
Durante queste operazioni si accentua il suo interesse per le zone marginali (fasce di territorio dove sono stati sepolti i rifiuti che vanno dalle estreme periferie delle grandi citta al perimetro dove sono ancora in funzione discariche e inceneritori). Qui entra in contatto con gruppi di recycling artists per lo più di colore e ispanici: sono pittori, scultori e musicisti, gente di spettacolo che abita e si esibisce sia nei quartieri abbandonati della citta che nelle marginal zones; ambienti, questi, dai quali provengono e vi trovano ascendenti alcuni elementi dell’attuale musica afro-ispanico-americana, nonché del grafoprimitivismo metropolitano dell’arte figurativa contemporanea ed elementi dell’attuale decontestualizzazione espressiva, sia nel teatro che nel cinema dei nostri tempi.
A questi Bertin si unisce assemblando opere con materiali trovati in loco e partecipando a performances realizzate negli spazi più inconsueti: inceneritori, depositi delle carrozze della metropolitana, mattatoi abbandonati ecc.
Nel 1982 inizia la sua attività poetica con il journal Spasmo Plus che riporta foto e poesie del lavoro svolto a New York.
Nel 1983, dopo questo viaggio a New York, non riconoscendosi nei panni ristretti dell’arte povera, per le sue asettiche e troppo vaghe allusioni, dà vita al termine “Garbart” (da garbage – rifiuti – e arte) per dare una più precisa connotazione alla propria forma espressiva.
La prima personale di Bertin è a Firenze, alla Galleria Inquadrature di Marcello Innocenti con la presentazione di Gert Schroeder. A questa faranno seguito numerose altre partecipazioni a iniziative culturali pubbliche e private.

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